IC1805 – il cuore della nebulosa Cuore in Cassiopea

Melotte 15 – Il cuore del(la) Cuore
IC 1805

IC 1805 (nota anche come Nebulosa Cuore o con la sigla W4) è una nebulosa diffusa in associazione ad un ammasso aperto, visibile nella costellazione di Cassiopea, verso il confine con la Giraffa.

È individuabile circa 6 gradi a sud-est della stella ε Cassiopeiae, ma si può individuare anche partendo dall’Ammasso Doppio di Perseo e spostandosi di circa 4-5 gradi in direzione nord-nord-est; fa coppia con un’altra vasta nebulosa, nota come IC 1848.
Per poterla individuare occorre un buon ingrandimento, non tanto per le dimensioni, dato che la nebulosa è abbastanza estesa, quanto per la sua debolezza. Una foto a lunga posa o una camera CCD rivela invece l’oggetto con una certa facilità. L’intero complesso di nebulose visibili in quest’area si presenta circumpolare dalla gran parte delle regioni dell’emisfero boreale; i mesi migliori per la sua osservazione vanno da ottobre ad aprile.

Si tratta di una regione HII molto estesa, la cui distanza è stimata sui 7500 anni luce da noi; la sua caratteristica principale è la presenza di due grosse aree apparentemente vuote, di diverse dimensioni, che rendono la nebulosa simile ad un “cuore”. Al suo interno si trova un sistema di piccoli ammassi aperti poco concentrati, responsabili della ionizzazione della nebulosa. Il più notevole di questi è Melotte 15, che contiene alcune stelle circa 50 volte più massicce del Sole, più altre più piccole ed un microquasar espulso milioni di anni fa.
Questo e il vicino IC 1848 formano un complesso nebuloso noto come “cuore e anima”; l'”anima” è rappresentata da IC 1848.
____________________________________________________________________________________________________

Ripresa colore in “Hubble Palette”

Questa tipologia di ripresa viene definita Hubble Palette in quanto utilizzata per la prima dal team del telescopio spaziale Hubble (famosissima un’immagine di Hubble sviluppata con questa tecnica dei “Pilastri della Creazione” area di formazione stellare nella nebulosa Aquila nella costellazione dello Scudo).

La tecnologia di ripresa viene definita in colori “mappati” in quanto consiste nel mappare, appunto, le informazioni raccolte utilizzando una camera monocromatica e 3 diversi filtri che filtrano solo la luce emessa da determinati elementi costituenti le nebulose ad emissione:
Rosso: SII o zolfo secondo corrisponde alla frazione di spettro nella quale emettono luce gli atomi di zolfo ai quali i venti stellari delle stelle in formazione hanno tolto due elettroni (fenomeno noto come ionizzazione)
Verde: Hα (acca alfa) corrispondente agli atomi idrogeno ionizzato che hanno perso un elettrone.
Blu: OIII corrispondente agli atomi di ossigeno che sono stati privati di 3 elettroni.

Questo tipo di ripresa evidenzia quindi la presenza dei diversi “materiali” di cui sono composte le nebulose e l’interazione tra questi in un modo che riprese in “luce naturale” non potrebbero fare a causa della sovrapposizione di colori. Infatto sia l’SII che l’Hα emettono in quella zona dello spettro luminoso che il nostro occhio percepisce come rosso mentre l’OIII emette in una zona tra il verde e il blu (altrimenti detta “ciano”).

Grazie a questo tipo di ripresa e altresì molto facile evidenziare i vari contrasti strutturali dati dalle diverse densita dei gas al’interno della nebulosa grazie ai contrasti “cromatici”.

Comments Are Closed