TEST TS-Optics Super APO 102 Flat Field

 

Il TS Super APO 102 Flat Field è un telescopio apocromatico di 102 mm di diametro e 714 mm f/7 di lunghezza focale. La dicitura “Flat Field” deriva dal riduttore/spianatore prodotto dall’italiano Massimo Riccardi concepito appositamente per questa la serie di telescopi Photoline di TS-Optics e alcuni APM.
Il tubo ottico è la versione maggiore di un tripletto apocromatico da 80 mm f/6 che ha riscosso un discreto successo nell’arco dell’ultimo anno in Italia grazie alle ottime doti meccaniche e di correzione ottica.
In totale nella serie vengono prodotti i seguenti diametri:
–  80 mm f/6 tripletto spaziato in aria con elemento centrale in FPL 53
–  102 mm f/7 tripletto spaziato in aria con elemento centrale in FPL 53
–  115 mm f/7 tripletto spaziato in aria con elemento centrale ED in vetro non specificato
–  130 mm f/7 tripletto spaziato in aria con elemento centrale ED in vetro non specificato
Il tubo viene consegnato in una scatola di cartone contenente una bella valigetta di alluminio  con sagomatura interna in gomma piuma adatta ad accoglierlo senza “smottamenti” durante il trasporto.
 L’imballo è ben fatto con una protezione “a bolle” in modo da non rovinare la valigetta che contiene a sua volta il tubo ottico avvolto in una busta di plastica.

Il tubo ottico si presenta con un’intubazione bella e solida di colore bianco latte, un paraluce estraibile, chiuso con un tappo in alluminio a vite, un buon fuocheggiatore da 3″ con riduzione micrometrica 1:10  e possibilità di rotazione di tutto il blocco fuocheggiatore e della sola parte finale dove vengono attaccati gli accessori visuali o fotografici.
 Il fuocheggiatore pur non essendo un Feather Touch può tenere tranquillamente qualsiasi accessorio visuale, comprese torrette e oculari pesanti, e, soprattutto, una gran varietà di camere di ripresa ed accessori fino ad almeno 2 kg. senza avere flessioni particolari che possano rovinare le riprese.
In dotazione si trovano il riduttore da 2″ che si avvita e il riduttore a 1″-1/4 che viene inserito in quello da 2″ e trattenuto con anello di ritenzione, due anelli in CNC per il tubo e una barra a coda di rondine di tipo vixen.
Il riduttore/spianatore Riccardi è un tripletto adatto ai vari modelli TS Photoline (di cui il 102 fa parte) insieme ai modelli 80/480mm, 90/600mm, 115/800mm, 130/910mm, 150/1050 e ad alcuni APM con fuocheggiatori da 2,5″ o superiori.
Il riduttore ha un filetto M63 maschio lato telescopio e M63 femmina lato camera. Per essere adattato al fuocheggiatore da 3″ Teleskope Service ha realizzato un anello CNC che si avvita al filetto femmina M63 e permette di avvitare tutto il gruppo al fuocheggiatore con filettatura M68 e dare lato camera un filetto maschio M48.

L’anello che si vede sulla destra della terza immagine è un adattatore da T2 a M48 per poter collegare la fotocamera alle prolunghe M48 necessarie per raggiungere la corretta distanza tra il sensore CCD e il gruppo riduttore/spianatore. Questa distanza, in abbinamento al tripletto 102, DEVE essere di 75,6 mm alla quale va sottratto lo spessore dell’anello adattatore arrivando a 68,5 mm. Quando non viene utilizzato il riduttore viene chiuso con due comodi tappi a vite in alluminio
Il tubo, con fuocheggiatore e paraluce completamente estratti, è lungo poco meno di 85 cm( dei quali circa 15 cm sono dati dalla distanza del paraluce dalla cella dell’obiettivo) e pesa 5,6 kg.

La cella dell’obiettivo, collimabile smontando il paraluce, mostra un colore violetto dato dai trattamenti antiriflesso.

In visuale il tubo può essere tranquillamente sostenuto da un’HDAZ Skywatcher che è stata utilizzata, purtroppo brevemente a causa delle condizioni meteo, mettendo in parallelo un Takahashi TSA 102 per fare un confronto tra i due strumenti.

Test Visuali

Il tubo è stato utilizzato in visuale in diverse occasioni e in posti molto diversi tra loro dando sempre impressioni molto positive a chiunque lo ha provato. I posti sono un terrazzo alla periferia di Belluno, cittadina di 35.000 abitanti e in mezzo alle case a 435 m slm, in montagna sul colle del Nevegàl sopra Belluno a circa 1600 m, e sul monte Labbro in Toscana a 1535 m, con un cielo stupendo che ha dato un sqm di 21,35 alle 2.00 di notte e a Monterosi un paesino a Nord di Roma in mezzo alle case e alle luci.
Lo star test, fatto sulle stelle Vega, Altair e Arturo nei posti sopra elencati e con diverse persone a testimoniarlo, è risultato da manuale con le centriche perfettamente uguali in intra ed extrafocale e senza evidenziare alcuna aberrazione o cromatismo. Direi quindi che la dicitura, forse un pò ridondante, di “Super” APO si adatta bene allo strumento.
In visuale lo strumento è stato anche affiancato ad un TSA 102 f/8, purtroppo brevemente a causa del cielo che a tratti veniva coperto dalle nubi fino ad essere totalmente coperto verso la mezzanotte. In quell’occasione abbiamo potuto guardare la luna con i due strumenti affiancati e su entrambi abbiamo montato dei Panoptic 24 mm.  e le due immagini erano praticamente identiche senza un filo di cromatismo sul bordo e con immagini molto ben incise ed assolutamente neutre come colore restituendo una luna splendida e “gliaciale”. La luna è stata guardata con il TS anche in altre occasioni, purtroppo senza il TSA di fianco, e fino a circa 200x dando la stessa sensazione e non mostrando la minima traccia di cromatismo.
Nel TSA era migliore la fluidità del fuocheggiatore ma l’immagine restituita era la stessa.
Stranamente abbiamo evidenziato come, utilizzando un diagonale Televue sul TS (poi utilizzato proficuamente sul TSA), l’immagine veniva veramente deturpata acquisendo cromatismo e difficoltà nella messa a fuoco, mentre sostituendo il diagonale con uno dielettrico della William Optic l’immagine era perfetta.
Nei posti con più IL siamo riusciti a vedere bene e senza problemi M13, M27, M57, M22 (molto al limite perché in una zona pessima e a ridosso delle case), e alcune doppie come la doppia-doppia nella Lira e altre ben sdoppiate dallo strumento.
Le osservazione migliori sono state fatte dal monte Labbro con un cielo ottimo e un orizzonte, specie a sud, completamente sgombro (si vedeva ampiamente sotto lo Scorpione che era tutto visibile). Nel cielo la Via Lattea sembrava disegnata per quanto la si vedeva bene da Cassiopea fino allo Scorpione.
In quell’occasione lo strumento è stato provato con un Nagler 6,7 mm, un Meade 4000 12 mm, un Nagler intorno ai 16 mm (non ricordo di preciso) e soprattutto con un meraviglioso, ed enorme, Nagler 31 mm.
Con il Nagler da 6,7 mm abbiamo anche provato a guardare Giove con una Powermate 3x per un ingrandimento di circa 320x…. Giove si vedeva, ovviamente senza cromatismo, e si vedevano le due bande.. purtroppo non si poteva vedere di più sull’HDAZ manuale perché non appena si toccava qualcosa (ed era necessario farlo continuamente perché Giove “scappava” veramente in fretta dall’oculare) tremava inesorabilmente per parecchi secondi. Comunque in quell’occasione abbiamo potuto vedere: Giove, le Pleiadi, M31 con le due galassie satelliti, la Bubble in Cassiopea (in distolta ma si vedeva), M16, M13, M8, M20, M17, M18, M4, H e Chi Persei, Albireo, La doppia-doppia nella Lira.
Con il Nagler 31 in particolare la visione di M31 con le due galassie satelliti e l’alone della principale che prendeva tutto il campo dell’oculare (a 23x!), H e Chi Persei tutte abbondantemente nel campo con alcune stelline molto piccole di colori diversi blu e gialli e le Pleiadi sono state una visione spettacolare sulla quale sia io che altri ci siamo persi per parecchio tempo!
Quindi in visuale mi sento di poter dire che non si evidenziano differenze con strumenti ben più costosi e blasonati, come del resto era ipotizzabile vista la crescente qualità di queste ottiche negli ultimi anni.
A testimonianza delle ottime doti dello strumento posso dire che non si sono notate differenze cromatiche neanche affiancandolo ad un ottimo RC GSO da 8″ che, essendo composto da solo due specchi, non ha alcune genere di cromatismo.

Fotografia

In fotografia purtroppo non ho avuto la possibilità di testare altri strumenti simili in contemporanea con questo e non ho potuto testare lo stesso con Reflex o camere a colori ma solo con la mia MagZero Mz9 con Kaf 8300 mono e filtri Baader da 36 mm.
In fotografia lo strumento necessità assolutamente di uno spianatore o, come nello strumento di questo test, di uno spianatore-riduttore come il Riccardi 0,75x .
Questo riduttore, come già detto, necessita di un’assoluta precisione nella distanza che, nei test fatti è stata raggiunta con il treno ottico che vedete di seguito:

In pratica per raggiungere la corretta distanza di 68,5 mm tra il sensore e l’anello che permette di collegare il riduttore al treno ottico e al fuocheggiatore dello strumento sono stati aggiunti un anello T2-M48 che ha uno spessore di 3,5 mm e una prolunga M48 da 10 mm (in realtà sono arrivato a 69,5 mm con i risultati che vedremo di seguito) aggiungendoli al backfocus della MZ9 di 27 mm e a quello della ruota Starlight di 29 mm.
Con questo backfocus fotografando in binning 1 le stelle erano leggermente allungate negli angoli riscalando però l’immagine in bin2, più “umana” rispetto agli 8 Mpx della risoluzione nativa, il difetto è completamente sparito. Con questo treno ottico la lunghezza focale misurata è di  circa 537 mm con un rapporto focale di f/5,26 contro i 525 mm dichiarati con il corretto backfocus (ma secondo me ancora troppo “ottimisti”). Comunque un rapporto focale molto veloce e adatto a  fare ottime riprese di soggetti deboli e a largo campo.
In realtà TS-Optics propone un accessorio che permette di “collimare” il fascio ottico per evitare ad esempio, cosa da me non verificata, che ci siano stelle allungate in uno o più angoli e negli altri no (codice TSJM48).
In alternativa al Riccardi, TS-Optics sta testando anche un secondo riduttore/spianatore da 0,79x (che quindi porta la focale a 564 mm) che dovrebbe essere meno suscettibile ad eventuali scollimazioni dell’asse ottico e che si avviterà direttamente al fuocheggiatore da 3″ ma con un backfocus di 55 mm che quindi difficilmente permette l’utilizzo con ccd, ruote portafiltri e guide fuori asse. 
Il correttore ha anche un campo pienamente illuminato veramente ampio come dimostrano le immagini portate ad esempio che sono state, volutamente, calibrate senza riprendere alcun flat field.

Lo star test sulla stella Arturo nel Boote sopra riportato, a parte le “bolle” create dal seeing e dalla mancanza di acclimatazione dello strumento, dimostra come siano indentiche le figure di diffrazione tra intra focale ed extra focale. Lo star test, effettuato con il gruppo riduttore/spianatore, risulta identico a quello fatto in visuale con lo strumento a piena focale.

L’immagine dei quattro angoli della ripresa di 5 secondi su Arturo a piena focale in bin 1×1 del kaf 8300 fa vedere l’entità dell’allungamento delle stelle con lo spianatore posizionato ad una distanza di 1 mm maggiore rispetto alla distanza ideale.
Le foto fatte sono state tra la Crescent nel Cigno in LRGB+Ha+OIII per evidenziare la “bolla” di ossigeno intorno alla Crescent,  la zona nebulare intorno a Gamma Cygni ripresa con i filtri a banda stretta SII-Ha-OIII ed elaborata utilizzando la mappatura colore creata dal team di Hubble (detta appunto Hubble Palette – consiste nell’associare ad RGB le emissioni in base alla posizione delle stesse nello spettro quindi SII ad R, Ha a G e OIII a B) e una ripresa a campo largo sulla nebulosa Manubrio nella costellazione della Volpetta fata con i filtri LRGB con tempi di 2 ore per la luminanza e di 30 minuti per ogni canale colore.
Per evidenziare qualsiasi shift cromatico tra i vari filtri il fuoco dello strumento è stato fatto sul filtro di luminanza ed assolutamente NON toccato nel passaggio tra un filtro e l’altro. Soprattutto sulla Crescent, che ha richiesto due notti di riprese su 6 filtri diversi e due cambi di meridiano, il risultato è impressionante sia per la bontà dell’ottica sia per la tenuta del fuoco da parte dell’intubazione (sia per una discreta fortuna che non ha praticamente fatto cambiare l’FWHM nell’arco delle due giornate). Comunque non c’erano differenze apprezzabili di FWHM tra i vari filtri (le riprese venivano alternate tra un filtro e l’altro utilizzando la ruota motorizzata comandata dal pc).
I risultati finali sono le due immagini che vedete sotto:



Risultati

Pro:

– Ottica molto ben corretta
– Buona intubazione

– Buon fuocheggiatore

– Ottimo riduttore/spianatore
– Trasportabilità
– Prezzo

Contro:
– Il fuocheggiatore deve essere ben regolato, soprattutto nel rotatore, per non generare flessioni con camere/accessori pesanti
– Il riduttore/spianatore ha bisogno di un’assialità e di una distanza perfette per garantire i risultati promessi

 

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